Non ho mai adorato il carnevale. In vita mia mi sono travestita davvero pochissime volte e quando l’ho fatto non ho mai dimostrato, neanche da piccola, tutto questo entusiasmo. Sarà che all’asilo, quando le altre bambine si travestivano da principesse, io ero sbirulino o una majorette (vai a spiegare alle altre bambine che cos’è una majorette…). Non che io volessi essere una principessa, ma il mio desiderio era di avere, quantomeno, una parvenza un po’ più femminile. Questo dal momento che da bambina mi scambiavano spesso per un bel maschietto (soprattutto quando mia madre ebbe la meravigliosa idea di tagliarmi i capelli a padellino/elmetto). E’ anche vero che una delle mie foto preferite è di me, piccolissima, travestita da paperella.

Però qualcosa del carnevale in grado di procurarmi entusiasmo c’è. E sono i dolci fritti. Una tradizione che in casa mia non è mai mancata. Tra cenci (o fratte), frittelle di riso e castagnole, la festa è sempre stata ed è tutt’ora assicurata. A dire la verità in questo periodo si sfornano anche schiacciate alla fiorentina e berlingozzi, ma i dolci fritti non si fanno tutti i giorni e la soddisfazione è quindi doppia. Poi, a dirla tutta, la schiacciata alla fiorentina in questo periodo adoro comprarla, ma non perchè non la sappia fare, ho la ricetta e qualche volta l’ho cucinata, ma quella di Giorgio è talmente buona che non si descrive e non si può non premiarsi almeno una volta l’anno; la si trova solo in questo periodo ed è talmente gettonata da doverla addirittura prenotare.

Ma tornando al nostro fritto, per anni l’ho fatto senza poterlo mangiare, il mio stomaco per un certo periodo faceva sempre le bizze e, come spesso succede, una cosa che fa male finisce per non piacerti. Poi sono invecchiata cresciuta e vai a capire cosa è successo, adesso pecco molto di più.

Vi riporto direttamente la ricetta di mia mamma, io a volte diminuisco le dosi perchè in casa siamo solo in due, in altre occasioni ho fritto l’impasto in due giornate diverse tenendo metà impasto avvolto nella pellicola in frigo.

I consigli che posso darvi è di procurarvi della ricotta di qualità e di farla scolare benissimo, deve essere lavorata quando asciutta. Inoltre, dopo aver osservato mamma per anni, posso dirvi di lavorare l’impasto poco e velocemente (io quest’anno ho potuto fare tutto con la planetaria 😛 ) e di lasciarlo riposare almeno un’ora (ma anche di più) in frigo avvolto nella pellicola. L’olio. Io uso olio di semi di arachide. Deve essere abbondante e a una temperatura di 175°/180°, mentre scolate aggiungete altre castagnole a friggere per evitare sbalzi di temperatura. Poi che dirvi, pochi importanti accorgimenti e vi renderete conto che cucinare le castagnole è davvero un gioco da ragazzi.

Castagnole alla ricotta

Ingredienti
  • 400g da farina 00
  • 100g di fecola
  • 50g di burro
  • 300g di ricotta
  • 5 tuorli d’uovo a temperatura ambiente
  • 150g di zucchero
  • scorza d’arancia
  • 60/60 ml circa di Rum
  • 16g di lievito
  • Per friggere e servire:
  • olio di semi di arachide
  • zucchero semolato

Procedimento

Mettete tutti gli ingredienti nella ciotola della planetaria e impastate velocemente finché non stanno insieme. Rovesciate l’impasto su un piano infarinato e lavoratelo sempre velocemente con le mani, formate una palla, rivestitela di pellicola e mettetela a riposare in frigo per almeno un’ora. Riprendete il vostro impasto e cominciate a formare delle palline di egual misura. Io procedo come per fare gli gnocchi, solo che poi arrotolo ognuno sul palmo della mano come fossero piccole polpette. Friggetele le vostre castagnole in abbondante olio caldo a 175°/180° (in questi casi l’apposito termometro diventa uno strumentino da avere in cucina), scolatele su carta assorbente e, appena maneggiabili, rotolatele nello zucchero semolato

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  1. Aahahaha la storia dei vestiti di carnevale mi ricorda qualcosa…mentre tutte si vestivano da fatina e principessa io mi vestivo da zingara e da geisha. Non si può certo dire che la mia mamma non avesse fantasia, visto che li pensava e li preparava tutti lei. I dolci fritti non possono non piacere e poi ogni tanto si può fare uno strappo alla regola!un abbraccio, Chiara

    1. Allora mi capisci! Mia madre invece li comprava in negozio e voleva sempre che io uscissi dagli schemi e che non fossi uguale alle altre. Adesso comprendo di più il suo intento, perchè anche io amo differenziarmi, però da piccola avrei tanto voluto essere una principessa! Almeno una volta! 😛
      I dolci fritti li mangio con molta moderazione, ma quando lo faccio me li gusto fino in fondo!

  2. Laura says:

    Eccomi qua finalmente!Queste castagnole le ho corteggiate a distanza amoreggiando con le tue belle foto!POi ho dirottato qualche giorno fa anche un amico in cerca di ricetta e gli ho indicato la strada per arrivare da te!;-) e comunque ti capisco l'argomento carnevale non ha mai appassionato neanche me 🙂 l'idea che a carnevale ogni scherzo si potesse giustificare, non è che mi faceva impazzire!A questo si aggiunge il fatto che il mio vestito era sempre lo stesso: damina francese… ma non ho mai capito che razza di maschera fosse!a me piacevano le maschere improvvisate, cucite in casa dalle mani di qualche sapiente nonna e non quelle acquistate che toccavano a me :-/ Ad ogni modo mi piace sapere che ti sei cimentata con il tuo bel regalo… di cui io ero a conoscenza 😉 forse forse prima di te 😀 e pregustavo il momento il cui le tue ricette avrebbero cominciato ad essere lavorate in una planetaria, perchè è un piacere che accompagna da qualche tempo anche me!;-) Ti abbraccio cara e rubo una castagnola!

    1. Ahahaha bellissima la damina francese. Io per tre anni sono stata vestita da Pierrot! Pensa, mia nonna era una sarta (era tante cose ma faceva anche la sarta!) e tutti i miei vestiti fino ai 10 anni me li confezionava lei. Quelli di carnevale no! Mamma li comprava in negozio!
      Ma come eri a conoscenza del regalo prima di me?! Qui c'è lo zampino di Alessia! Da quando ce l'ho panifico molto di più, non pensavo!Mi diverto un casino! Impasto, lavo, asciugo, impasto di nuovo, ecc.. La mia pasta madre non è mai stata così arzilla!

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