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Le sarde in saor e una breve fuga a Venezia

Come vi avevo già detto qua, qualche fine settimana fa sono stata a Burano e Venezia; un girettino veloce che però mi è piaciuto tantissimo, nonostante il tempo…anche dalle foto potrete notare che, come al solito, quando mi muovo io piove. Non so, penso di avere una sorta di maledizione perchè ogni città o luogo visitato negli ultimi cinque anni  mi ha quasi sempre obbligato a portarmi l’ombrello appresso. Venezia, Verona, Montepulciano, Gubbio, Certaldo, Bologna, ecc…la lista è lunga. Fanno eccezione le località di mare, lì sono sempre stata fortunata. Ma torniamo a noi, Venezia: abbiamo racchiuso tutto in una giornata che, se per Burano può essere sufficiente, per Venezia non lo è affatto; ma visto che ci eravamo già stati e ci torneremo sicuro, abbiamo cercato di goderci il più possibile quelle poche ore a disposizione. Abbiamo girellato senza meta e ci siamo anche un po’ persi (pure l’app delle mappe ci aveva perso),  ma è stato proprio questo il bello!

Io ho un debole per Venezia, è tra le mie città preferite, ci tornerei sempre, non importa se ci sono già stata, Venezia mi cattura con i suoi colori, con la sua atmosfera. Molti mi dicono: Venezia è triste e malinconica. Venezia è anche triste e malinconica, è tante cose messe insieme e ogni volta che ci torno è sempre una scoperta. Secondo me non basta una volta per visitarla; la prima volta la scopri da turista, ed è inevitabile, ma le volte successive capisci che oltre ai bellissimi monumenti c’è tanto altro. Perdetevi a Venezia, per scoprirne l’essenza. Allontanatevi dalla folla e vi innamorerete ancor di più di questa splendida città. Almeno per me è stato così e continua ad esserlo.

Dal momento che io quando vado a Venezia non mangio quasi mai lì (Andrea ha dei parenti a Mestre), vi lascio il link a questo post di Valeria Necchio, che vi può dare qualche spunto su dove mangiare. Io mi limiterò a farvi vedere una carrellata delle poche foto che sono riuscita a fare e a darvi la ricetta delle sarde in saor, piatto tipo della cucina veneta e veramente veramente buono. Le sarde in saor sono un piatto che adoro e che ho scoperto in primis a casa “di lui”; ho voluto replicarlo in casa perchè, oltre a essere speciale, è anche un piatto furbo salva cena o antipasti in caso di ospiti. Come per la cucina povera toscana, anche in questo caso mi affascina la storia e la filosofia che sta dietro a una preparazione come il saor. Il saor è un metodo di conservazione usato ai tempi dai pescatori veneziani per mantenere le scorte di cibo a bordo il più a lungo possibile. Nasce per conservare il pesce, quello più abbondante, come appunto le sarde. Inizialmente gli ingredienti erano tre: sarde (o altro pesce povero), cipolle e aceto di vino bianco. Successivamente si è arricchito di uvetta e pinoli, segno dell’apertura di Venezia all’Oriente. Il saor è stato poi impiegato in altre preparazioni, ad esempio abbinato al maiale o agli scampi (stratosferici, credetemi). Insomma, il saor mi ha stregato, e se ci pensate, anzi se leggete la ricetta qua sotto, è pure semplicissimo da preparare, oltre che comodo.

sarde in saor

Ingredienti
500g di sarde (peso da già pulite)
700-1000g di cipolle bianche
1 bicchiere e mezzo di aceto di vino bianco
farina bianca q.b.
olio di semi di arachide q.b
sale, pepe e olio evo q.b.
due manciate di uvetta sultanina
due manciate di pinoli

Procedimento
Pulite le sarde eliminando la testa, le interiora e la lisca centrale, ma lasciando attaccata la coda. Sciacquatele bene sotto l’acqua corrente e tamponatele con della carta assorbente. Infarinate le sarde e friggetele in abbondante olio di arachidi lasciandole abbastanza morbide. Scolatele e mettetele ad asciugare su carta assorbente, regolate di sale. Affettate finemente le cipolle bianche, e versatele in un tegame dove avrete fatto scaldare un po’ di olio evo. Lasciatele appassire a fuoco lento, stando attenti a non bruciarle. Unite l’aceto e lasciate cuocere fino a quasi completa evaporazione. Dovrete ottenere delle cipolle morbide e succose. Unite l’uvetta sultanina precedentemente ammollata in acqua calda e strizzata e i pinoli. Aggiustate di sale. In una pirofila alternate strati di sarde e cipolla fino a esaurimento degli ingredienti (partite dalle sarde). Coprite (meglio ermeticamente) e lasciate riposare almeno due giorni in un luogo fresco prima di servirle.

CategoriesAntipasti
Pane Vino & Zucchero

Ciao, benvenuto nel mio blog. Mi chiamo Francesca, sono laureata in Economia, ma da quasi sempre sono appassionata di cucina. Amo le torte di mele, gli arrosti e la pasta fatta in casa.

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